Si fa presto a dire zucca! Quante ce ne sono, tonde lunghe schiacciate, lisce, rugose, gialle, verdi, grigie, persino bluastre. Si fa presto a dire zucca, che poi fa pure venire in mente quella che spregiativamente diventa uno zuccone. La zucca, nella forma e nel colore che più ci aggrada, ha il suo perché, che non è quello di finire svuotata per la festa di Halloween. Allora non si sapeva nemmeno cosa fosse. Da noi, molto banalmente, se ne faceva raccolto di zucche violino, alcune lisce, altre rugose,
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e di quelle belle tonde arancione schietto, chiamate savoiarda.
Con le prime, che durano l'inverno intero e magari anche oltre, si preparava un piatto semplice, ma buonissimo, di cui ho un ricordo gustativo proprio rotondo; me la sento ancora in bocca.
Si puliva a fondo la zucca, utilizzando uno spazzolone di saggina, quindi dopo averla ben lavata si tagliava in due lungo l'altezza, si mondava dalle parti interne. Ogni metà adagiata su una teglia appena oliata veniva tagliata a fette di circa un centimetro l'una o poco più, poi si ricopriva di un trito di aglio e rosmarino, una spolverata di pepe nero, un filo d'olio, e si metteva a cuocere a fuoco lento nel forno della stufa.
Si puliva a fondo la zucca, utilizzando uno spazzolone di saggina, quindi dopo averla ben lavata si tagliava in due lungo l'altezza, si mondava dalle parti interne. Ogni metà adagiata su una teglia appena oliata veniva tagliata a fette di circa un centimetro l'una o poco più, poi si ricopriva di un trito di aglio e rosmarino, una spolverata di pepe nero, un filo d'olio, e si metteva a cuocere a fuoco lento nel forno della stufa.
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Cotta che sia, così si porta in tavola, appena intiepidita, ora è un secondo, ora, in una pranzo di più alto livello, un contorno di un arrosto morto.
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