Proprio laggiù, sul bordo di quel piccolo ruscelletto, un rivolo piuttosto, si ergevano impettiti due grossi cespuglioni di ginepro. Belli, orgogliosi del loro verde intenso, che spiccava netto alla fine di quel terreno sabbioso un poco scosceso, dove si seminavano le zucche; sembravano dire vieni; ma bisognava porre alquanta attenzione, perché è così facile finire in un ginepraio; le loro foglie così verdi, sono aghiforme e sembrano fatte apposta per metterti in difficoltà.
Sul finire dell'estate si riempiono di bacche di un inteso blu, che li rendeva ancor più seduttivi.
Sul finire di Ottobre, si raccolgono, saranno di buona compagnia alla faraona o al brasato per il giorno di Natale, o per le tisane di chi soffrisse di disturbi della digestione o avesse la vescica infiammata, o, ma in allora non se ne faceva parola, sebbene l'uso fosse frequente, per quei dolori addominali, che si manifestano nelle donne, in età fertile, nei periodi in cui...in quei periodi lì, quando il marchese, la carlotta o la carolina, le signorine, insomma non fatemi dire oltre.
La raccolta deve essere attenta e veloce, non bisogna schiacciare le bacche, bisogna prenderle delicatamente, scartando le foglie aghiformi, e metterle ad asciugare bene bene, che non prendano muffe. Poi si potranno utilizzare. Volendo anche per un ottimo liquore, che, con l'alibi di un appetito non esaltante o della difficile digestione può essere assunto, in piccole dosi si intende, prima o dopo i pasti. La zia Gin lo prendeva prima e dopo, così da averne quel soprannome, che in quel tempo lontano mi figuravo fosse una gentile forma di abbreviazione di Gina.
Liquore di Ginepro
Si pongano un etto circa di bacche, ormai seccate, nel mortaio e si rompano grossolanamente; si pongano in un'arbanella, e si copra il tutto con un mezzo litro di alcool extrafine da liquore; si aggiunga un chiodo di garofano, un cardamomo grande spezzettato, una buccia di limone ben lavata. Si lasci in infusione almeno tre settimane, meglio se in un luogo fresco al buio. Trascorso il tempo, si proceda alla filtratura, avendo cura di spremere il residuo nel colino, in modo che dia tutto il succo. Si prenda dunque mezzo litro di acqua e vi si mescoli 400gr di zucchero, si ponga al fuoco, e si lasci fino a quando una goccia su un cucchiaio tenda a scivolare con fatica; intiepidito che sia, si mescoli con l'estratto alcoolico. Si chiuda in bottiglie, e si aspetti almeno 3 settimane prima di farne uso.
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