mercoledì 6 novembre 2019

Novembre: A tavola con le "guerre"

Il buio è sceso frettoloso, il freddo in evidente competizione, ancor di più. Si sta intorno alla stufa, con la radio che rimanda le notizie della rielezione di Dwight D. Eisenhower. E, all'improvviso, tutto si anima, e si scatena la bagarre, che in francese suona quasi elegante, ma in italiano meno infatti è zuffa, rissa, confusione. 



Qualcuno ascoltando la notizia, ha eccepito che a scuola si parla, si riparla, si parla ancora della prima guerra, del Piave mormorante, di Caporetto, della Vittoria, tutto bene, ma di quell'altra guerra, di Mussolini, del Re in fuga, dei partigiani, non se ne parla invece. Apriti cielo, come si suol dire. Quella dimentichiamola, cosa ricordare di un re in fuga?...Ma prima della fuga, ce ne sarebbe da dire...dell'olio di ricino...che orrore...e perché dei partigiani, tutti buoni quelli...con la prima è finito l'ordine, dopo tutto un calvario...

Chi stava da una parte e chi dall'altra, la zia per mettere tutti in riga, ha decretato che ci avrebbe messo i sali inglesi nella minestra!


Ricordo che quella sera non avevo gran fame, e ben poco mangiai, guardando con apprensione lo zio che di minestra ne aveva mangiato due piatti all'orlo.

Minestra di riso e cavolo

Soffriggere una cipolla nel burro, finché diventa bionda,  poi una salsiccia tagliata a pezzetti e, appena rosolata, un bicchiere di vino rosso e far asciugare. Quindi aggiungere un cavolo cappuccio tagliato fine, acqua quanta ce ne vuole, far bollire lentamente, infine versare il riso secondo i commensali, e se si vuole più spessa o più liquida. Cotto che sia il riso, portare in tavola. Un bicchiere di barbera per accompagnare.

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