In questi tempi la soglia è diventata parola d’ordine: si può o non si può transitare dalla soglia di casa? Casa estesamente intesa, casa è la propria casa, dove si vive, si dorme, ci si lava, si esprimono i nostri visceri, e talvolta, almeno un tempo era così, ci si mangia; casa è il proprio quartiere, la città, la nazione. Pensavamo che casa fosse il mondo, ma evidentemente ci sbagliavamo: non si varca per i più la soglia di casa, non si varca il quartiere, non si varca la nazione.
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La soglia ci indica il limite, spartisce un di qua e un al di là; per i latini limen era la soglia, l’uscio di casa, il tratto di spazio che consente di entrare e uscire dalla casa, segna la proprietà, il confine, e con questo significato lo troviamo ad indicare la frontiera, il limite estremo, il confine che separa e distingue.
Limen per estensione diviene ciò che separa, che distingue, talvolta usato come sinonimo di limes, la linea tracciata che segna un confine, termine utilizzato dai romani per indicare una strada militare, una fortificazione a proteggere il confine; limes non solo sinonimo, ma anche espressivo, proprio: limes a difesa del limen. La soglia infatti deve essere difesa o deve difendere. Nell’Impero di Augusto e dei suoi primi successori si attua la distinzione, da linea fortificata, che via via si può spingere più lontano avanzando con le conquiste, diviene, per la crisi interna e per l’apparire di popolazioni chiamate barbare, linea fortificata di difesa, che lentamente dovrà essere via via retratta.
Limen, soglia, è anche la soglia che separa la vita dalla morte, aliquem a mortis limine restituo, riportare alla vita chi è sulla soglia della morte; per proteggersi dalla morte bisogna avere un limes, una fortificazione, una protezione, una barriera che protegga.
Limine contineri, essere confinato in casa, è una protezione; fortificati nella proprietà stabiliamo la barriera: ancora il limen ha bisogno del limes per proteggersi e per proteggere. Si chiude la porta di casa e si chiude lo scambio fra dentro e fuori, fra il presente e il passato, fra il presente e il futuro, fra la vita terrena e la vita ultraterrena.
I vescovi di una certa parte del mondo, una volta ogni cinque anni, si recano in visita ad limina alla soglia di Pietro dal Papa; il limite per eccellenza fra l’umano e il divino: un incontro perché il successore di Pietro si faccia carico dei problemi di quella parte di mondo e, nei limiti del possibile, li segnali al Suo Rappresentato. È l’incontro fra il centro e la periferia, ma ben distinto dall’uso del vocabolo limen, il quale non separa soltanto umano e divino, ma anche l’umano e l’umano.
Limen, separazione, custodia, sbarra, ma anche, in una gara, limen è la linea di partenza.
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