Gesù nacque a Betlemme, al tempo di re Erode. Alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo”. Così si legge nel Vangelo di Matteo (2,1-12).
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I Magi avevano osservato il cielo, seguito il corso degli astri, valutando soprattutto il percorso di una stella, e ne avevano tratto la conclusione di risolversi a mettersi in viaggio per compiere quello che evidentemente rappresentava un rito sacro: adorare il nuovo nato, offrendogli doni, come si era soliti fare, per propiziarsi la benevolenza delle divinità. Questa narrazione è riportata soltanto da Matteo, che peraltro non fornisce il numero dei Magi, ma soltanto il numero e la tipologia dei doni. Il racconto è stato assai criticato, sia da tanta storiografia sia anche da eccellenti biblisti, vuoi in relazione a quanto si può leggere nei Vangeli, vuoi a quanto riguarderebbe il transito della stella e il suo soffermarsi sopra la Casa di Betlemme. Tuttavia la narrazione di Matteo origina una festa, che dura tuttora, una liturgia molto precisa, e un notevole dibattito fin dalle origini. I Magi furono interpretati alla luce di quanto scritto nel Vecchio Testamento, in particolare riferendosi ad un passo dei Salmi[1]; i Padri della Chiesa, da Tertulliano a Bernardo di Chiaravalle, e poi ancora in età moderna e contemporanea da Lutero a Benedetto XVI, hanno richiamato questa vicenda.
Vicenda che si fonda sia sull’interpretazione del movimento delle stelle, sia sulla profezia, che entrambe presuppongono una visione del presente legata in qualche modo al futuro: si scruta il cielo per individuare dei segni che aiutino a comprendere il futuro.
I Magi sono stati definiti Re, Sapienti, Scribi, Maghi, Demoni, e soltanto qualcuno li ha definiti astrologi, eppure è evidente che per quanto Re, Sapienti, ecc., loro avevano una certa pratica con l’Astrologia. Oggi, nell’evidente timore di utilizzare il termine astrologia, i Magi sono persino definiti astronomi, quando è assodato che astrologia e astronomia, fino alle soglie dell’età moderna, erano due termini ambivalenti, e con poca definizione fra l’uno e l’altro; è vero che valutare il percorso degli astri per operare misurazioni, come fece Talete, o per calcolare le eclissi, come facevano Caldei e Sumeri, ancor prima dei Greci, si situa nell’ambito dell’astronomia; ma trarre invece da queste osservazioni deduzioni inerenti la vita di uno o più uomini, si situa nell’ambito dell’astrologia.
I Magi, re o sapienti o che altro siano stati, dalla loro osservazione del moto degli astri, operano una deduzione significativa per quello che loro ritengono essere il destino di un popolo e forse persino dell’umanità, e di conseguenza utilizzano la loro conoscenza astronomica per un fine che è squisitamente astrologico. Diviene irrilevante che la moderna astronomia abbia constatato che non era possibile che una stella seguisse il percorso dei magi, così come descritto da Matteo, ai fini della constatazione che quel percorso sia divenuto patrimonio della cristianità, infatti quel che a noi, quel percorso e la storia che ne è conseguita, indica è piuttosto l’acquisizione di un dato astrologico, che significa ritenere che un evento terreno sia indicato da qualcosa che avviene nel cielo, interpretabile dal movimento degli astri.
Oggi si tende a confondere quel che è l’ “Astrologia” con la diffusa pratica che la riduce a mera divinazione, in mano a veggenti e occultisti, che talvolta non hanno neppure una seria conoscenza di quel che questa disciplina sia, cosa abbia rappresentato nel corso dei secoli, e che tuttora si propone come potenzialità di evoluzione spirituale per l’individuo. Tuttavia se c’è una scienza è anche vero che ci sono i mali interpreti, gli ingannatori: nel vasto campo dell’ingegneria si trovano personaggi che ne fanno uso per il loro personale arricchimento, ingannando sulla bontà di un prodotto, che alla prima evenienza rivela la sua inconsistenza; nel vasto campo della fisica, accanto a raffiniti e sensibili ricercatori, ci sono quanti ne usano i risultati delle ricerche ai fini militari. Diventa difficile allora comprendere come il particolare non valga per il tutto in alcuni ambiti disciplinari, e in altri sì, a meno di non voler immaginare l’intervento del pregiudizio.
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Soprattutto, occorre avere ben chiaro di cosa si stia parlando quando si parla di astrologia: l’astrologia non è arte divinatoria, ma è interpretazione del rapporto che ogni uomo ha con l’Universo che lo circonda, che l’ha accolto alla sua nascita e con il quale mantiene uno scambio continuo fino alla morte. Questo non significa che gli astri decidano per noi, ma semplicemente che dialogano con noi dal momento della nascita, che se pur la volessimo accettare come evento del tutto casuale, assume varie connotazioni, che segneranno la vita del neonato, a seconda che nasca in un paese piuttosto che in un altro, che nasca in una famiglia solida e socialmente inserita o in una situazione di difficoltà, che sia il benvenuto atteso o che sia invece un accidente della sorte mal gestita. La sapienza popolare ha indicato tutto questo con la semplice espressione nascere sotto una buona o una cattiva stella. Il dialogo con l’Universo continua per tutto il corso della vita, con le differenti opportunità che la vita stessa offre a ognuno di noi, con le quali ognuno deve fare i conti, nel coglierle o nel rifiutarle. L’Universo dialoga con noi, può sembrare strana questa affermazione, eppure basterebbe pensare alla luce solare, che influisce sulla vita di tutti gli esseri viventi, agli influssi lunari sulle maree o sulle piante. Già nella Bibbia, dove possiamo trovare la condanna per chi pratica la divinazione, soprattutto a scopo di lucro, si può leggere che l’ira di Dio che renderà la terra come un deserto, si manifesterà con un segno celeste…allora le stelle del cielo e le sue costellazioni non faranno più splendere la loro luce, il Sole si oscurerà nel suo sorgere e la Luna non manderà più il suo chiarore. In Ezezchiele 32,7-8 si può leggere…quando ti estinguerai, velerò il firmamento, oscurerò le stelle, coprirò con una nube il Sole e la Luna non darà la sua luce. Metterò a lutto per te tutti gli astri che brillano nei cieli, e stenderò sulla tua terra le tenebre, dice il Signore Dio. Ha una sua evidenza che il parlare di Dio avviene attraverso la manifestazione di segni degli astri. Ancora possiamo leggere in Luca 21,25 che il ritorno del Messia è preannunciato dagli astri…vi saranno dei segni nel Sole, nella Luna e nelle stelle…E così pure in Matteo 24,29 il ritorno di Gesù è ugualmente indicato da segni astrali…il Sole si oscurerà, la Luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
L’Universo dialoga in modo simbolico, con un linguaggio che è quello dell’astrologia, il più antico dei linguaggi tuttora parlato; il filosofo Ernst Cassirer ha definito questo dialogo…come uno dei più grandiosi tentativi che mai siano stati osati dallo spirito umano per dare una rappresentazione globale del mondo. E Thorwald Dethlefsen ha scritto che…l’astrologia si occupa di principi primi archetipici, che sul piano delle idee rappresentano gli elementi primi di cui è composta la realtà in tutte le sue manifestazioni, principi primi che si chiamano Sole Luna Mercurio Marte Venere Giove Saturno, i cui corpi celesti sono semplicemente i rappresentanti di questi principi…l’astrologia è quindi uno strumento di misurazione della realtà, che con notevole precisione mostra qualcosa senza produrlo. Anche il termometro misura la temperatura senza per questo possederla.
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Nel mondo classico possiamo vedere come questi principi primi fossero stati interpretati come divinità e, in tutto il mondo antico, a queste divinità era stato attribuito un pianeta del sistema solare; il mondo antico aveva intrapreso un percorso di dialogo dell’uomo con l’Universo, intessendolo di sacralità: i principi primi erano deità alle quali ci si rivolgeva e alle quali si offriva tramite un culto sacrificale. Sacrificare, sacrum facere, rendere sacro, elevarsi. Allora possiamo comprendere il senso delle parole di Benedetto XVI, quando ha definito i Magi…uomini in cerca di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita.
L’astrologia è il linguaggio che ci consente di decifrare il flash che si può fare all’Universo nel momento della nascita, e che ci consente di comprendere la strada da percorrere nella vita.
Davanti a lui s'inchineranno gli abitanti del deserto,
i suoi nemici morderanno la polvere.
I re di Tarsis e delle isole gli pagheranno il tributo,
i re di Seba e di Saba gli offriranno doni;
tutti i re gli si prostreranno davanti,
tutte le nazioni lo serviranno.